Certosa di San Martino
L'intervento è relativo alla riattivazione del camminamento dei monaci della Certosa di S. Martino in Napoli, nell'ambito delle opere per il recupero e la valorizzazione dei sistemi portanti dell'area a verde, ed in particolare del sistema dei percorsi e degli itinerari differenziati della collina di San Martino.
L'area d'intervento è caratterizzata, dal punto di vista morfologico, da una serie di terrazzamenti irregolari che raccordano dislivelli, mediamente, di circa quattro metri; in alcuni casi supera la quota di dieci metri, collocata ad una quota variabile tra 170 e 180 metri sul livello medio mare.
Prima dei lavori, nel complesso, le condizioni di conservazione delle murature in tufo che proteggevano le scarpate dei terrazzi, erano piuttosto precarie, con ampi ed evidenti segni di degrado; in alcuni casi la muratura si presentava del tutto crollata.
Com'è noto, la muratura di tufo è soggetta a sensibile degrado da parte degli agenti atmosferici che agiscono sul materiale con azione sia erosiva che abrasiva; per questo, in assenza di operazioni manutenzione e conservazione, i muri di contenimento si deteriorano, andando spesso incontro a fenomeni di crollo specialmente in concomitanza di eventi meteorici consistenti.
Lo sperone di S. Martino, parte integrante della collina del Vomero, presenta una struttura morfologica piuttosto articolata, costituita, geologicamente, dalla formazione del Tufo Giallo Napoletano, cui si sovrappone un complesso di materiali sciolti piroclastici.
Tali depositi ricoprono la formazione tufacea in maniera diffusa, tanto che il substrato affiora solo laddove le pendenze si fanno più elevate.
Nell'area in esame sono state eseguite, prima della puntuale pianificazione degli interventi, perforazioni a piccola profondità finalizzate soprattutto all'individuazione dei terreni di appoggio dei vecchi muri in tufo. I dati scaturiti sono stati poi sovrapposti e confrontati con altri in modo da individuare uno spessore di pozzolane, variabile tra i dieci ed i quindici metri, che occulta il Tufo Giallo Napoletano, in maniera omogenea in tutta l'area.
Dopo un approfondito studio geologico e geotecnico dell'area si è proceduto all'elaborazione del progetto che ha portato all'esecuzione dell'intervento che è consistito, oltre che nel recupero e nella risistemazione dei paramenti esterni dei muri esistenti, nella realizzazione - alle loro spalle - di una sorta di berlinese costituita da micropali 240 mm posti ad interasse variabile tra 75 cm ed 1.0 m, armati con tubi metallici del diametro di 168.3 mm.
Detta berlinese è stata dimensionata in modo da poter sopportare l'intera spinta esercitata dai rispettivi terrapieni, di modo che i muri non debbano più assolvere a particolari funzioni strutturali, se non quella di fungere da “fodera” esterna e da elemento di continuità tra micropali adiacenti.
La lunghezza di questi è dipesa naturalmente dall'altezza dei muri variabile tra un massimo di 12.00 m ed un minimo di 6.00 m.
Cliente: Regione Campania – Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Campania.
Località: Napoli (NA)
Anno: 2003
Attività: strutture, consolidamenti e geotecnica