Cinema Metropolitan

Cinema Metropolitan

Cinema multisala e galleria commerciale

Il Metropolitan fu costruito tra il 1948 ed il 1950 su progetto dell'architetto Stefania Filospeziale. Una struttura, costituita in parte da pilastri in cemento armato ed in parte dalle pareti della cavità esistente, sosteneva un'imponente, quanto bellissima volta in cemento armato a forma di conchiglia, che regolarizzava l'intradosso della cavità naturale di altezza variabile tra diciassette e i ventotto metri.

Sul fondo, un volume alto oltre trenta metri, ospitava il palcoscenico per le rappresentazioni teatrali ed una struttura intelaiata a più piani, con camerini, depositi e servizi . La vasta platea si sviluppava su tre ordini di posti degradanti verso il palcoscenico; dinanzi a questo un'area ancora più ribassata era destinata alle postazioni orchestrali e, al di sotto ancora, due livelli adibiti a sale per le prove ed ulteriori camerini. Un complesso sistema di scale garantiva l'ingresso ed il deflusso del pubblico dai vari ordini di platea verso una galleria che riconduceva all'atrio posto su via Chiaia dove ampi spazi erano organizzati per la vendita e/o la pubblicizzazione di articoli di vario genere.

Sulla destra della sala si sviluppava un insieme di ampi cunicoli terminanti in una cavità, con la caratteristica sagomatura della lavorazione dei cavapietre a campana, mentre sulla sinistra un'altra lunga galleria di oltre duecento metri, collegava l'ingresso di via Chiaia ad un ulteriore accesso dalle Rampe Brancaccio e su di essa si innestavano le uscite di emergenza verso via Chiaia. L'imponenza, la bellezza ed il fascino di quest' opera, rappresentativa di un'elevata e qualificata produzione architettonica, ha messo profondamente in crisi più ipotesi progettuali per il recupero dell'intero compendio.

Il tema costante nell' iter progettuale è stato la volontà di preservare la struttura originaria ed i segni più qualificati, anche se questa volontà si è spesso scontrata con difficoltà operative, con complesse problematiche tecniche, tecnologiche ed impiantistiche, ma soprattutto con restrittive disposizioni legislative in tema di sicurezza. Nonostante ciò, tutte queste difficoltà hanno reso l’intervento "unico", per la totalità dei suoi aspetti, secondo un giudizio unanime di tutte le figure professionali che hanno lavorato a questa realizzazione, costituendo, al contempo, una rara esperienza di arricchimento professionale ed umano. Attraverso un delicato intervento di riorganizzazione degli spazi e dei volumi esistenti, senza minimamente alterare le strutture originarie, sono state ricavate sette sale cinematografiche, con una capienza dai cento ai quattrocentocinquanta posti, aree commerciali ed espositive lungo la galleria di accesso principale da via Chiaia e centocinquanta box auto nel volume sottostante il calpestio della sala originaria, volume colmato a suo tempo dal taglime di tufo risultante dalla lavorazione estrattiva, come si è potuto rilevare attraverso preliminari ed approfondite indagini geognostiche.

Le opere più impegnative sono state proprio quelle legate alla realizzazione dei tre livelli di parcheggio interrato, tra l'altro propedeutiche alla successiva costruzione del Multisala che nasce sulla copertura dell'autorimessa.
L'atrio posto su via Chiaia è stato ripristinato nella sua configurazione novecentesca; da esso ci si immette nella galleria all'inizio della quale hanno trovato posto la biglietteria, spazi commerciali ed espositivi che costeggiano il percorso di accesso al foyer cinematografico dove è stato ricollocato il bar ed alle spalle di questo, le prime due piccole sale di circa cento posti ciascuna.

Cliente: I.R. sud Spa
Località: Napoli (NA)
Anno: 2003
Attività: Architettura, Strutture, Impianti, Direzione Lavori, CSP e CSE